Eid al-adha

Nell'Islam, la ʿīd al-aḍḥā , è la festa celebrata ogni anno nel mese lunare di Dhū l Ḥijja, in cui ha luogo il pellegrinaggio canonico, detto hajj.
La festa, che può localmente essere ricordata anche con altre definizioni, ha luogo il 10 Dhū l Ḥijja o nei tre immediati giorni successivi , in tutto il mondo islamico. In tali giorni una norma islamica vieta qualsiasi tipo di ascesi e di digiuno, essendo considerati questi i "giorni della letizia".
La parola aḍḥā significato di "sacrificare", e si ricollega al ricordo delle prove che sarebbero state superate dal profeta Ibrāhīm e dalla sua famiglia, formata nel caso specifico da Hāgar e dal loro figlio Ismāʿīl.
In Malaysia e Indonesia la festa è indicata come Hari Raya ('giorno di festa') o, più specificamente, Hari Raya Haji, mentre nell'Africa occidentale come Tabaski.
Il sacrificio rituale che si pratica nel corso della festività ricorda il sacrificio sostitutivo effettuato con un montone da Abramo/Ibrāhīm, del tutto obbediente al disposto divino di sacrificare il figlio a Dio[6] Ismaele/Ismāʿīl prima di venire fermato dall'angelo. È quindi per eccellenza la festa della fede e della totale e indiscussa sottomissione a Dio (islām).
In teoria, nel giorno della ʿīd al-aḍḥā, i musulmani sacrificano come Abramo un animale - detti uḍḥiya o qurbānī - che, secondo la sharīʿa, deve essere fisicamente integro e adulto e può essere soltanto un ovino, un caprino, un bovino o un camelide[8]; negli ultimi due casi è possibile sacrificare un animale per conto di più persone, fino a sette. L'animale viene ucciso mediante sgozzamento, con la recisione della giugulare che permetta al sangue di defluire, visto che per la legislazione biblica e coranica il sangue è sacro ed è quindi proibito mangiarne. La cerimonia dello sgozzamento avviene il giorno 10 o nei tre giorni seguenti, nel periodo di tempo (waqt) compreso fra la fine della preghiera del mattino e l'inizio della preghiera del pomeriggio. Viene sgozzato da un uomo, che deve essere in stato di purità legale , pronunciando un takbīr.