la Testimonianza di fede (shahāda)

Secondo la tradizione, quando Maometto ebbe 40 anni iniziò ad avere una crisi spirituale. I suoi viaggi per meditare si fecero sempre più frequenti, si rifugiava sul monte Hira, dove un giorno ricevette la visita dell'Arcangelo Gabriele, il quale gli trasmise la "scienza". Le prime rivelazioni sarebbero state in buona parte attue a confermare l'unicità di Dio. Questo tema riempì poi i primi discorsi del profeta davanti ai concittadini meccani, i quali arrivarono a crederlo un "invasato dai Jinn". Gli interessi della aristocrazia cittadina, legati ai profitti derivanti dalla Kaʿba procurarono al Profeta un crescente Ostracismo, tanto che una volta deceduti la moglie Khadija e lo zio-protettore Abū Ṭālib fu costretto a lasciare La Mecca. I politeisti infatti non avrebbero potuto uccidere Maometto, in quanto membro della tribù riconosciuta dei Quraysh, almeno non senza violare l'antico codice tribale e scatenare una faida cittadina, ma la crescente esclusione sociale e le continue tensioni stavano comunque mettendo i primi fedeli in una situazione molto scomoda. La lunga guerra intrapresa contro gli "idolatri" e la successiva polemica contro la trinità cristiana rese poi questo dogma ancora più imprescindibile, in quanto solo chi avesse creduto nell'assoluta unicità divina avrebbe potuto essere musulmano. Da qui poi la spogliazione ad opera di Maometto della Ka'ba dagli idoli pagani, la successiva polemica contro il presunto incarnazionismo degli sciiti e la condanna a morte quasi 3 secoli dopo di Al-Hallaj, autoproclamatosi "Dio" in senso allegorico.